I
Con rosso balenio tornò il mostro nell'abisso,
e cielo terra e mare tornarono alla quiete,
nessuno si era mosso, tutto stava fisso
ma non il nostro eroe che pensava ad altre mete.
Le parole cuore e mente avevano ormai scisso,
emozion si susseguivan come in danza di comete!
Voleva ora combattere, ed ora ripartire
oppure il dolce cuor d'amata riabbracciare.
II
E contemplava il mare, e poi passava al Sole
mentre l'altri suoi compari se svegliavan dar torpore..
poi 'o videro per terra, al ciel puntaa 'e sòle,
il suo viso a turno colto da gioia e da dolore.
Ripete lo incitava, ma parole erano sole,
è 'n po' come azionar bolide senza motore:
a Mirante non serviva gesto o consolazione,
nemmen dolci parole.. serviva motivazione.
III
Allora 'o scudiero (ecco er pezzo più importante!)
gli tolse l'armi, poi lo scudo e l'armatura
e gli diè tunica d'oro tutta bella e luccicante!
Tolse anche a Ripete di guerra imbracatura
e gli mise sella d'oro ancora più elegante!
Poi fece ad entrambi più azzeccata acconciatura,
voleva fossero perfetti, per il loro ritorno,
e sapete l'apparenza quanto vale ormai oggigiorno.
IV
Ripete nun capiva però era assai contento,
d'avventure per il mondo s'era ormai stufato!
Mirante invece povero era in pieno turbamento,
di Dio era cavaliere fido e timorato!
Era stato sulla croce fatto sacro giuramento,
ma invero anche d'Amor era servo disperato.
Fedeltà per lungo tempo era stata per lui vanto!
Ma ora era costretto ad aver cuore o onore infranto.
V
D'un tratto fu tramonto e insieme ciel sereno!
Ma un tramonto strano di colore sconosciuto,
di verde vari toni e di un blu intenso e pieno
Mirante una tal cosa mai aveva veduto...
e parve d'osservar prodigio ultraterreno!
Fu allor che volontà fece eroe più risoluto.
Chiese perdono a Dio per ciò ch'avrebbe fatto,
e prendendo spada e scudo li gettò nel mare piatto.
VI
Miei cari lettori, a seguitar non son convinto,
canterò degli dei ira e punizione!
In passato sia da Dio che d'Amor io fui respinto,
almeno al nostro eroe Amor darò a consolazione!
Ma seguirò il racconto da volontà sospinto
senza più commenti, con determinazione.
Vi lascerò soltanto con quest'ultime parole:
Non è la mente, è il cuore, a lottar per ciò che vuole.
VII
Tramonto lasciò posto a terribile tempesta!
Mentre 'l tetro abisso accogliea l'armi d'argento...
sarebbe stata forse l'ultima delle gesta
dell'eroe senza paura, dal fiero portamento?
Ma incrocio del Destin con l'Amore mai s'arresta!
E scudiero fè a Mirante ultimo gran giuramento.
Pianserò i Soli, e pianse forse anche Dio...
poi pianserò a Mosca, e poi pianserò a Rio.
VIII
E rischiavan tutti quanti d'affogare!
Ma ormai la meta troppo era vicina,
nella barca tre scialuppe li potevano salvare
mancava forse niente tra la terra e la marina!
Ma in mezzo alla tempesta uno doveva comandare
la nave, mentre l'altri se ne andavan de rapina.
E il nostro car morello prese infine decisione,
senza abbisogno di compenso o alcun consolazione.
IX
Le lacrime a migliaia se fusero cor mare
poiché nissuno merita de finì de vive solo,
Mirante mai quarcuno avrebbe vinto a' andare
sapendo scudier naufrago e lui vivo ner molo!
Ma il moro cominciò tutti quanti a ringraziare,
e supplicò Mirante col cor pieno de dolo:
“ora signor mio nun temete la mia sorte!
Nettun mi diede vita, ora mi darà la morte!”
X
Credetemi, mai eroe vidi pianger così tanto,
nascondenno l'orgoglio e mostranno 'e passioni
a metà ora alternava il singhiozzo con il pianto,
credennose meschino oltre tutte le visioni!
Ma era giunta l'ora di far di salvezza vanto...
la terra li aspettava con vita e libagioni!
E mentre allontanavan li mali e i vecchi lutti,
il Comandante e la sua nave scomparirono tra i flutti.
"Il Memorabile Mirante": Codice ISBN 9788892313118